Votes taken by Aiko93

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    Il 25 e il 26 settembre di quest'anno trasmetteranno al cinema il film (rimasterizzato) Ken Shiro: La leggenda di Hokuto.
    Per ora sono riuscita a cogliere solo i seguenti doppiatori:

    Ken: Lorenzo Scattorin;
    Sauzer: Diego Sabre.

    Per il trailer: QUI
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    Ho deciso che userò questo topic per postare delle curiosità di qualsiasi genere. Ovviamente potete farlo tutti. Inizio io con una piccola curiosità, leggermente umoristica, sulle popolazioni dell'Africa occidentale. Per autocitarmi:

    CITAZIONE
    In Africa occidentale, dopo il lungo rito di iniziazione (ovvero, integrazione sociale di un individuo), fra le tante cose, al novizio viene rivelato che le maschere rituali non sono altro che uomini, e non divinità. Questo penso sia il trauma degli africani. Un po' come quando a noi piccini viene svelata l'identità di Santa Lucia o Babbo Natale.

    Questa è la faccia che penso quasi tutti farebbero.
    kkkkk
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    "Tutte le strade portano a Roma" è direttamente proporzionale a "Ognuno segue la propria strada per arrivare al fine ultimo di vivere la vita". Concordo con chi sostiene che anche il minimo gesto verso sé stessi ed il prossimo è un obiettivo che ti spinge a dare un senso all'esistenza, altrimenti non avrebbe alcun senso la nostra apparizione sulla Terra.
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    Personalmente mi trovo sulla stessa linea di pensiero di chi sostiene che la vita si basi sull'esperienza e sulle emozioni, tuttavia non escludo gli altri pareri. Penso che ognuno, appunto perché siamo simili, ma diversi, abbia una sua strada, che può essere molto simile ad altre, ma che comunque, per qualche peculiarità, si differenza.

    D'altronde per ottenere un risultato X ci sono diversi modi (e la matematica, su questo, insegna moltissimo).
    Potrebbe anche darsi che la vita stessa abbia senso appunto perché diversa per ogni singolo individuo, dove l'unica cosa che ci accomuna sono la nascita e la morte.
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    Volevo aprire un topic serio sul senso della vita e la funzione "cerca" del forum mi ha portato a questa discussione. Senza che ne apra una nuova, sfrutto questo spazio per continuare il dialogo, anche perché mi piace confrontarmi con altre persone su tal questione.

    Ho sempre riflettuto sul senso della vita e ammetto che ho cambiato spesso idea a riguardo.
    Premettendo che sono agnostica, tendente buddhista e credente ma non praticante (una cozzaglia di cose, insomma), sono arrivata ad una conclusione che reputo soddisfacente, ma non per questo universale (in poche parole, potrei scrivere una stupidata dietro l'altra). Le domande più frequenti e lecite sono:

    - Perché veniamo al mondo?
    - Perché nasciamo se poi dobbiamo morire?
    - Che senso ha la nostra esistenza se poi tutto finisce?
    - Perché soffrire?

    Perché veniamo al mondo?
    Semplicemente perché c'è bisogno (anche) dell'uomo. Facciamo parte della natura e come tale non siamo creature inutili: il solo fatto di esistere rende il progetto naturale completo. Il venire al mondo, inoltre, è un accettare la vita che ci è stata concessa tramite l'unione sessuale fra due esemplari della nostra stessa specie, quindi un mettersi in gioco per capire il proprio essere attraverso il susseguirsi di esperienze che avremo modo di vivere di persona nel corso della nostra esistenza.

    Perché nasciamo se poi dobbiamo morire?
    Tutto ha un inizio e tutto ha una fine; laddove vi è la vita vi è la morte. Ancora una volta la natura regola la nostra esistenza e, come tale, ne siamo legati. Tuttavia sia la nascita che la morte comporta numerosi cambiamenti: pensate ad un parente o ai nostri stessi genitori come sono mutati dopo la nostra nascita, sia nell'agire che nel modo di pensare. Ora pensate alla scomparsa di una persona a voi cara, al dolore e alla sofferenza provata in quel triste momento. In entrambi i casi si sono verificate delle cose che sono utili a farci comprendere il nostro status naturale. Cambiamento è sinonimo di esperienza, e l'esperienza è la sola cosa che ci permette di completare il puzzle della nostra vita. La nascita, così come la morte, sono rispettivamente la prima e l'ultima esperienza terrestre che ci sono concesse. Se noi, con la nostra nascita e con la nostra morte diamo la possibilità ad altre persone di vivere determinati momenti, anche gli altri, sempre con la nascita e con la morte, ci permettono di provare determinate sensazioni, di riorganizzarci, di mutare. Senza la vita e senza la morte, tali esperienze non sarebbero possibili. Saremmo incompleti.

    Che senso ha la nostra esistenza se poi tutto finisce?
    Serve per provare e dare la possibilità ad altri di vivere certi momenti e certe sensazioni, sia piacevoli che sgradevoli, ma che entrambi, a modo loro, ci aiutano a crescere. Dicono che solo la felicità ti rende vivo, ma penso che anche la morte di una persona cara ti faccia capire di esistere. Inoltre, nella maggior parte dei casi umani, in punto di morte ci si attacca alla vita come mai prima d'ora. Si vive per se stessi e per gli altri, per completare il nostro "bagaglio" che ci permetterà poi di affrontare il cambiamento decisivo chiamato "morte". Se è vero che la privazione della vita terrena altro non è che il primo passo verso un'esistenza "altra", allora è bene che questa seconda vita sia cosciente del fatto che da uomini si è vissuti provando e testando determinate cose/sensazioni che ci aiuteranno a comprendere i dilemmi dell'esistenza di coloro che, al contrario, stanno ancora vivendo da umani.

    Perché soffrire?
    La natura è composta da elementi opposti: nascita - morte, felicità - tristezza, inizio - fine [...] e non è un caso: senza l'esperienza positiva, non vi è la negativa e vice versa; di conseguenza non si vivrebbe appieno. Non si può conoscere qualcosa se non la si sperimenta sulla propria pelle. Quindi è necessario soffrire per capire, tanto quanto essere felici. Sono lo specchio della stessa medaglia.
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    Sono curiosa di leggere la vostra visione del senso della vita.
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    Sì, sono per gli sfondi minimal, senza troppi particolari, così le cartelle non si mischiano con essi.
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    Molto bello!
    Io come sfondo del pc ho il numero e la squadra del mitico Hisashi Mitsui di Slam Dunk: QUI
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    Ho guardato Hellsing Ultimate e mi è piaciuto (computer grafica a parte).
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    Sto riguardando la primissima serie dei Pokémon.
  11. .
    Per quel che mi riguarda, da 10 anni a questa parte c'è una crisi pazzesca: calo della qualità su tutti i fronti, dai disegni, alle animazioni e, infine, nelle trame. Oserei dire che, giapponesi in primis, lo spettatore medio si è abituato alla mediocrità e questo mi fa piangere il cuore. Non riesco a guardare serie animate che vadano oltre gli anni 2008-2009, con qualche fortunata eccezione.
    Poi, libero arbitrio.
  12. .
    Domanda molto semplice: qual è il vostro Cavaliere d'Oro della saga I Cavalieri dello Zodiaco?
    Si possono votare fino a 3 opzioni

    Io ho scelto:
    - Mu di Ariete;
    - Shaka della Vergine;
    - Milo dello Scorpione.

    Mi spiace per Camus: essendo io dell'acquario, non posso esserne affezionata, ma... ma. (asd).
    Volevo anche votare Deathmask del Cancro: pazzi come lui, solo Hidan!
  13. .
    La mia top 10:
    - Slam Dunk;
    - Fullmetal Alchemist Brotherhood;
    - Samurai Champloo;
    - Trigun;
    - Hellsing Ultimate
    - Cowboy Bebop;
    - I Cavalieri dello Zodiaco (The Lost Canvas - Serie Classica - Hades/Elisio);
    - Yu Yu Hakusho;
    - Shaman King;
    - One Piece (ma solo fino a Sabaody);
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    Ci sarebbero anche altri anime, in realtà:
    - City Hunter;
    - Ken Shiro;
    - Lupin III;
    - Saiyuki.

    E altri che ora non ricordo (asd).
  14. .
    Preferisco il manga, perché è sinonimo di "disegni e storia originale". Quello che il mangaka ha pensato e ha voluto trasmettere è sul cartaceo.
    L'anime è bello, ma ha delle pecche:
    - non sempre ha dei bei disegni e delle belle animazioni;
    - succede che introduca filler, quindi svii dalla trama originale;
    - il finale, delle volte, è diverso.

    Essendo una cosa che mi piace molto, dall'anime pretendo fedeltà assoluta ed impeccabilità nel tratto. Spesso ne rimango delusa, quindi ho sempre letto quasi esclusivamente solo manga.

    L'unica opera che fa eccezione è Slam Dunk: grazie al doppiaggio esilarante, preferisco guardare l'anime che leggere il manga.
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    Ho amato alla follia il manga di Nana. Un capolavoro senza precedenti. E dire che è un capolavoro, per me che sono allergica a storie d'amore e sentimentali, significa che la Yazawa è una delle divinità del mio Pantheon che venero quotidianamente.
    È riuscita ad unire moda, musica, sentimenti, problemi adolescenziali e sociali in una maniera così raffinata che pochissimi altri mangaka sarebbero riusciti a farlo. Inoltre quella sensazione di tristezza che conclude ogni capitolo, ti permette quasi di toccare con mano la sofferenza delle due ragazze, così tremendamente diverse ma allo stesso tempo simili.

    I lacrimoni che scendevano ad ogni fine capitolo. Manco quando sono morti Jiraya ed Itachi ho pianto così tanto!
    E Ren? Gesù. Ricordo che mi barricai in camera e saltai la cena da quanto ero triste.
24 replies since 3/9/2006
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